Superato il ciglio di S. Rocco e ripresa una strada asfaltata, si scende allo stretto incavo della valle del T. inganna presso un crucciolo di vie.
Quelle di sinistra riportano a colico (si può seguire qui l’ultimo tratto del sentiero dei torrenti). A monte invece, il Viandante propone una variante, un anello (in tutto 45 minuti) che sale alla Torre di Fontanedo (alt. 539). Vale la pena coprirlo in senso orario, salendo lungo la stradella che, dopo la briglia del torrente, volge a destra e passa davanti al ristoro di Robustello.
La salita è lieve. I prati circondano lo sperone dove si ergono la torre e alcune case in abbandono. È un luogo di solitudine e bellezza. Imboccando il cammino al di là del nucleo si torna, con un giro poco più lungo, crocicchio di prima.
Si segue ora la strada asfaltata verso la piena che sta accanto al dosso boscoso e poi, attraverso prati e orti raggiunge Chiaro.
Si segue ora la strada asfaltata verso la piana che sta accanto al dosso boscoso e poi, attraverso prati e orti raggiunge Chiaro. La si Attraversa volgendo a destra, sempre al piede della montagna, su una stradina stretta che incontra a Chiarello (alt. 260), la massiccia della superstrada che per un po’ avevamo dimenticato.
Il sentiero prosegue su asfalto sotto il viadotto della superstrada fino alle case di Curcio.
Si continua nella stessa direzione (Via Strada Granda). All’incrocio con Via Biasett, si piega a destra e si sovrappassa la superstrada che finalmente si abbandona alle spalle. Subito dopo si continua, su sterrato, in direzione della torretta, un rustico edificio con barbacane e testimonianza della sua originaria funzione di fortilizio in prossimità del confine antico fra lo Stato di Milano e la Valtellina.
Si avvicina di nuovo la pendice sotto pareti di umida roccia scistosa e un rado bosco che cresce su angusti ripiani. Ben presto si torna sul selciato. Stiamo calcando la più antica via di comunicazione con la Valtellina, denominata ‘scalotta’ o ‘scalottola’ per via delle rampe gradonate, tagliate nella roccia. Aggira l’aspro Dosso Croce, ultimo contrafforte del monte Legnone. Verso valle, nei varchi delle fronde, si osserva il paesaggio attorno al Trivio di Fuentes, Compromesso dai contenitori commerciali, area stradale troppo appetibile per restare indenne dallo sfruttamento.
Si sale fino a passare il confine fra la provincia di Lecco a quella di Sondrio, non indicata da cippi o cartelli.
Poco oltre appare una biforcazione: la via di sinistra scende al non lontano santuario di S. Marta della Grazia e dal suffragio, in località Valpozzo, e sfocia sulla strada di fondovalle dove si trova la fermata del bus di Colico; la via di destra è il nuovo proseguimento del Sentiero del Viandante nel tratto valtellinese, alla volta di Morbegno.